Sulla questione iraniana.

Sulla questione iraniana.

Pur non nutrendo nessuna particolare ammirazione per l’attuale presidente iraniano Ahmadinejad, trovo davvero enigmatico che una società come la nostra fatta di uomini sempre pronti a leggere nell’educazione la debolezza, nell’onestà la dabbenaggine, e a sbandierare ai quattro venti la dicotomia fra parole e fatti sempre e comunque per dare peso a questi ultimi a discapito delle prime, sia subito pronta ad unirsi al coro di condanna senza appello per un uomo che, oltre ad essere un capo di stato democraticamente eletto dal suo popolo e non un terrorista, per ora ha solamente parlato, forse in modo poco diplomatico.
Ascoltando le persone e la grancassa dell’informazione salta agli occhi che l’attuale lettura dominante del sentimento antioccidentale espresso dallo stato iraniano e dal suo premier, si sforzi solo di creare nuovi mostri e nuovi ingiustificabili nemici, tralasciando del tutto quei cenni al passato che, come in ogni storia che si rispetti, tanto servirebbero a penetrare più a fondo le intricate maglie del presente.
La storia recente dell’Iran (l’antico regno di Persia) offre infatti moltissimi spunti di riflessione.
Mi limiterò a ricordare i fatti più salienti.

1951- Il 30 aprile Mossadeq diviene primo ministro dell’Iran, e il 1 maggio emana un decreto che prevede la nazionalizazzione del petrolio, promettendo agli inglesi ( che sfuttavano il petrolio iraniano dal 1909!) che il governo di Teheran avrebbe dato loro un risarcimento.

1952- Gli inglesi tentarono inutilmente il ricorso al tribunale internazionale dell’Aia (che diede ragione all’Iran) e all’Onu.

1953- I servizi segreti britannici e americani finanziano e organizzano un colpo di stato che destituirà Mossadeq (che finirà in prigione) e farà tornare lo scià. ( Lo scià di Persia, figura molto popolare e amata dall’occidente: concessioni petrolifere, ingenti acquisti di armi, foto sui rotocalchi scandalistici, grande sfarzo, vacanze a sciare in Svizzera…….)

1957- Enrico Mattei, ex capo partigiano, presidente dell’ENI ( ente nazionale idrocarburi) fa una proposta dirompente all’Iran: un accordo petrolifero secondo il quale il 75% del profitto sarebbe andato all’Iran e solo il 25% all’Eni. Durissime le reazioni di Inghilterra e Stati Uniti. Enrico Mattei morirà il 27 ottobre del 1962 in un misterioso incidente aereo.

Nonostante l’innegabile ammodernamento dell’Iran dello Scià dovuto agli strettissimi rapporti di collaborazione con l’occidente industrializzato, ( chi non ha qualche amico o parente che negli anni 70 ha lavorato in Iran?) la durissima repressione (stragi e carcerazioni di massa) attuata dalla polizia segreta dello scià, la Savak ( addestrata alla tortura nelle scuole di Stati Uniti e Israele) e la mancata distribuzione degli introiti, fanno salire sempre di più nel corso degli anni 60e 70 il malcontento e la rabbia della popolazione iraniana. Il più carismatico tra gli oppositori dello scià, il leader religioso Khomeini fu arrestato ed esiliato, diventando cosi un eroe nazionale.

1979-Deflagra la rivoluzione Islamica e l’Ayatollah Khomeini e i suoi uomini salgono al potere. Il 4 novembre gli studenti dell’università di Teheran occupano l’ambasciata americana e sequestrano i presenti. Il personale dell’ambasciata verrà rilasciato quindici mesi dopo, allorchè Washington prometterà di sospendere le ingerenze nella politica interna dell’Iran e di restituire i capitali iraniani congelati nelle banche americane. Gli Stati Uniti restituiranno poi solo il 20% dei capitali a Teheran.

1980- L’Iraq invade l’Iran: inizia una guerra lunga e sanguinosa che durerà otto anni e costerà la vita ad un milione di iraniani; nel 1984 Rumsfield sbarca a Baghdad, inviato da Reagan, ed offre a Saddam Hussein soldi, armi e materiali chimici atti alla produzioni di armi. Armi chimiche che Saddam non esiterà a usare contro gli iraniani creando uno scandalo cui però non seguirà nessun intervento delle Nazioni Unite.

1988- Un volo civile della Iran Air viene abbattuto da un missile di una nave da guerra Americana (Vincennes): 300 morti e nessun risentimento della comunità internazionale.

1997- L’Iran elegge il presidente moderato Khatami.

2003- Inizia la guerra in Iraq ( seconda guerra del golfo), il paese viene invaso da una coalizione all’inizio formata da USA, Polonia, UK, Australia. Motivi ufficiali: presenza di armi chimiche nel territorio iracheno. Motivi morali: stragi perpetrate da Saddam negli anni 80.

2005- L’Iran vota come nuovo presidente il leader ultraconservatore militarista Ahamadinejad, il quale respinge le pressioni sul nucleare evidenziando che non ci sono elementi per provare che l’Iran lo utilizzerà a scopi diversi da quelli civili, e che comunque nell’area in questione, Israele, India e Pakistan hanno già la bomba atomica da tempo senza che questo susciti turbamenti o reazioni di condanna alcuna.

Si tenga presente che per molti iraniani, senza il colpo di stato contro Mossadeq l’Iran sarebbe diventato da tempo un paese democratico, e senza la dittatura dello scià, non ci sarebbe stata né la rivoluzione del 79 né quindi teocrazia al potere.

Tralasciando quanto qui brevemente riassunto per sommi capi, si rischia di archiviare molti fenomeni della nostra contemporaneità come se si trattasse di funghi matti, cresciuti misteriosamente fuori stagione, senza ricordare di aver largamente contribuito all’inquinamento del sottosuolo.

Ino

Ispra, 13.09.06.

Manco a farlo apposta scendo al parco giochi con mia figlia e ascolto una conversazione tra eruditi indigeni del lago sulla delicata questione dei rapporti con i paesi arabi e l’iran; alla fine il più informato dei due si agguidica l’ultima parola: “va beh ma guarda che se bisogna proprio dire la verità allora è che quelli lì, tutta quella gente gente lì, se gli togli il velo sono li che fanno a botte con tutti i loro cammelli”.

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