Dal Partito Umanista

Pubblichiamo qui di seguito, come richiestoci da Franca Banti di PRESSenza l’appello del Partito Umanista e del Centro delle Culture relativo al caso del cittadino tunisino Foued Cherif.

APPELLO AI POLITICI PER FOUED CHERIF

Il Coordinamento Nazionale del Centro delle Culture con l´adesione di:
Partito Umanista
La Comunità dello Sviluppo Umano
L’ass. Dialogo Onlus
L’ass. Umanista UnAltroMondo Onlus

e tutti i  firmatari della petizione per Foued: www.centrodelleculture.org/petizioni/foued

abbiamo indirizzato questo appello all’attenzione di:

Sottosegretario di Stato all´interno Marcella Lucidi
Senatore Francesco Martone
Senatrice Lidia Menapace
Onorevole Marisa Nicchi
Onorevole Alberto Burgio
Consigliere Regionale della Lombardia Luciano Muhlbauer
Consigliere Provinciale di Milano Piero Maestri
VicePresidente della Provincia di Arezzo Mirella Ricci
Assessore all´immigrazione del Comune di Arezzo Aurora Rossi
Assessore al Comune di Arezzo Franco Dringoli
Capogruppo PRC al comune di Arezzo Alfio Nicotra
Consigliere Comunale di Arezzo Cristiano Rossi
Consigliere Comunale di Arezzo Marco Bianchi

e per Conoscenza, al Ministro degli Interni Giuliano Amato

Ci rivolgiamo a Voi, che avete così fortemente ed efficacemente appoggiato la nostra campagna per Amir, lo scorso Settembre del 2006. Oggi lui è regolarmente in Italia, lavora e condivide con noi del Centro delle Culture, le attività a sostegno del dialogo tra le diverse culture e la difesa dei diritti degli uomini e delle donne nel nostro Paese anche grazie al Vostro intervento.

Oggi stiamo lottando per Cherif Foued, vittima di un sistema che continua a colpire persone, esseri umani, senza applicare i diritti fondamentali di uno stato democratico come dovrebbe essere il nostro. Lo scorso 4 gennaio la Digos di Milano ha prelevato dal suo luogo di lavoro il cittadino tunisino Sig. CHERIF FOUED BEN FITOURI, regolarmente in Italia dal 1996. Dopo essere stato portato alla Questura di Milano, gli hanno notificato il decreto di espulsione e la notte stessa è stato imbarcato per la Tunisia senza possibilità di contattare un avvocato e senza sapere con esattezza i capi di imputazione. Dramma a cui si aggiunge la violenza morale di essere strappato ai propri affetti senza una reale motivazione. Cherif Foued vive in Italia da oltre dieci anni, qui ha un lavoro ed è sposato con una cittadina italiana. Ha tre bambine, Amira 10 anni, Sara 5 anni e Asia 2 anni, che dipendono dal suo lavoro e dal suo affetto. Solo il giorno seguente la Sig.ra Brusadelli (moglie di Foued Cherif) riusciva ad ottenere, dalla Questura di Sondrio, copia del decreto di espulsione emesso dal Ministero dell´Interno nei confronti del marito ove si legge “esaminati gli atti dai quali emerge che il cittadino tunisino Cherif Foued Ben Fotouri nato a Tunisi il 31 maggio 1970, ha un consolidato circuito relazionale con elementi di primo piano nel panorama dell´integralismo islamico presente in Italia, coinvolti in progettualità terroristiche e considerato che la presenza in Italia del Cherif Foued Ben Fitouri, nell´attuale contesto del terrorismo di matrice islamica, fa ritenere che lo stesso possa, in qualsiasi modo, agevolare organizzazioni o attività terroristiche, anche internazionali”. Cherif Foued non è mai stato indagato dall´Autorità Giudiziaria italiana o straniera.
Foued è stato espulso in Tunisia illegittimamente, creando un precedente gravissimo per la nostra democrazia e per il principio del diritto alla difesa
La famiglia è riuscita ad avere sue notizie solo due settimane dopo: in seguito all’espulsione dall’Italia, attualmente si trova a Tunisi, in un carcere civile sotto giurisdizione militare.

Indipendentemente dall´”ipotesi di reato” imputata a Foued, il trattamento che gli è stato riservato è indegno sotto il profilo civile e illegittimo sotto quello giuridico. Chiediamo che venga applicato il diritto alla “presunzione di innocenza” (nessuno è colpevole fino a quando non lo stabilisce un tribunale tramite sentenza definitiva), lasciando il merito legale della questione all’avvocato che lo difende.
L’Avv. Sandro Clementi, ha, infatti,  avanzato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell´Uomo di Strasburgo al fine di far intervenire questo organo, presso il Governo Italiano, per l´assunzione di chiarimenti in ordine alla procedura di espulsione e al fine di sollecitarlo ad assumersi la responsabilità della incolumità del Sig. Cherif Foued.
L´Alta Corte con provvedimento in data 11.01.07 ha ritenuto di dover procedere con la massima urgenza a tutela dei diritti del Sig. Cherif Foued ed ha introdotto tempestivamente la fase di merito che è iniziata il 26.01.07 scorso, a Strasburgo.
Più precisamente è stato richiesto all´Alta Corte di pronunciarsi per la violazione del principio del diritto di difesa e per il divieto di espatrio verso Paesi ove Foued potrebbe essere soggetto a pene illegali e comunque ove non gode dei diritti civili. Il nostro paese, come noto, aderisce a patti comunitari Europei ed internazionali che garantiscono la difesa di tali diritti.

Il coordinamento nazionale del Centro delle Culture si è fatto promotore della vicenda di Foued non solo per il lungo trascorso di collaborazione con lui sui temi del dialogo e dell’integrazione fra le culture, ma anche perchè tale vicenda è un esempio eclatante del  crescente clima di criminalizzazione a cui è sottoposto il mondo islamico. Siamo infatti convinti che considerare l’Islam quale sinonimo di fondamentalismo religioso è una delle causa principali del fenomeno terroristico. Tale visione  porta il governo del nostro Paese, e di gran parte del mondo occidentale, a trattare i concittadini islamici come potenziali nemici da eliminare e non come esseri umani con diritti da rispettare.

Riteniamo inoltre che: non si può stare inermi a guardare quando l´antiterrorismo diviene abuso; quando sono negati i diritti umani. Tutti hanno diritto a un avvocato, a un processo, a un giudice e a un trattamento dignitoso e umano. Invece vengono deportati in carceri di Paesi compiacenti, disposti a interrogarli con ogni mezzo, anche la tortura, e a detenerli senza processo. Fatti ammessi  anche dal Dipartimento di Stato americano che ne parla come di una prassi usata e abusata anche ai danni dei cittadini europei.

PER TUTTO QUESTO CHIEDIAMO: agli esponenti autorevoli di questo Repubblica democratica, di farsi   promotori di un´interrogazione parlamentare affinché si faccia chiarezza su quanto è successo.

E, INOLTRE CHIEDIAMO,  al Governo Italiano di farsi carico:
dell´incolumità della vita di Foued Cherif;
di riportare immediatamente Foued Cherif in Italia, dalla sua famiglia;
dei danni economici e morali causati a Foued e alla sua famiglia.

Si invia per conoscenza e richiesta di pubblicazione, questo appello in forma di Comunicato Stampa, a tutti i media locali e nazionali.

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