Ferma la guerra firma la legge

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Presso l’ufficio proticolli del comune di Ispra sono disponibili i moduli per la raccolta firme inerente la proposta di legge di iniziativa popolare contro la guerra, sostenuta da Emergency e da tantissime associazioni e comitati di tutt’Italia.

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Retrospettiva Luis Bunuel

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Comincia giovedì 6 marzo una retrospettiva dedicata al grande genio di Luis Bunuel. Continua a leggere

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Venerdì 22 febbraio

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Polanski 1962 – 1966

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Venerdì 7 dicembre

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Genova, 17 novembre

Siamo tornati un’altra volta a Genova, decine e decine di migliaia di persone, dalla Lombardia alla Sicilia, per far sentire, forte, l’indignazione.

La giustizia del nostro paese ha chiesto in base al disposto dell’art.419 c.p. (devastazione e saccheggio), per 25 manifestanti, in totale 225 anni di carcere e 2 milioni e mezzo di euro di danni.

A proposito di questo reato si parla di mancanza di ordine pubblico e di compartecipazione morale ai fatti.

Il sistema di sviluppo imposto dalle maggiori potenze mondiali ha negli ultimi decenni trasformato definitivamente in abisso il divario tra mondo povero e mondo ricco e ha trasformato da eccezione a norma la precarizzazione delle vite e del lavoro nel secondo.

La contestazione del G8 di Genova del 2001, è stata un atto doveroso in seno ad una comunità di uomini che ancora vogliono potersi definire portatori di benché minima coscienza e integrità, questa si, morale.

Lo stato italiano ha risposto con una violenza intimidatoria, mortale e senza precedenti nel 2001, e oggi, a sei anni di distanza da quei tragici eventi vuole chiudere la partita addossando in capo ad un pugno di persone delle condanne esemplari.

Moralmente compartecipi, a Genova, nel 2001, lo eravamo tutti, 300.000.

Alcuna stampa punta il dito sul fatto che ci vorranno dei soldi per cancellare subito le scritte lasciate sui muri di Genova dalla manifestazione di sabato, invece il prezzo delle barbare politiche di conquista che l’Italia ha voluto così tenacemente difendere, lo pagano con la vita moltissime persone, ogni giorno.

 

 

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Dal consiglio comunale di mercoledì 26 settembre

Abbiamo assistito al consiglio comunale di mercoledì 26 settembre. Durante il preambolo del medesimo la nostra attenzione è stata particolarmente sollecitata dai seguenti fatti:

  1. Un consigliere della maggioranza ha pubblicamente accusato la stessa di stare avallando il progetto di centro commerciale nell’area della camiceria Leva contro il quale aveva fatto manifestazioni e campagna elettorale; di aver ricevuto agli atti un progetto che prevede addirittura un aumento della volumetria rispetto a quello originariamente contestato; e di stare inoltre barattando una zona di verde pubblico (il parco comunale sito di fronte all’ingresso della camiceria) con una palazzina di origine speculativa e privata in cambio della costruzione di una palestra. (ascolta l’intervento in formato mp3)
  2. I più autorevoli esponenti dei due schieramenti si sono pesantemente apostrofati e accusati di falsità e occultamento illecito di atti, in merito ad un supposto progetto inerente una stazione di smaltimento dei rifiuti sul territorio isprese; salvo ricomporsi subito dopo come niente fosse e passare al punto successivo senza fornire, da entrambi i lati, alcuna spiegazione esaustiva.(ascolta l’intervento in formato mp3)

Noi comuni cittadini non possiamo che avere la sensazione che la tanto sbandierata trasparenza sia quanto di più lontano, dalla realtà che ci troviamo ad osservare, nessuno escluso. Come Comitato per la tutela del territorio abbiamo consegnato in data giovedì 27 settembre le circa 500 firme raccolte tra i cittadini ispresi, allo scopo di richiedere una maggiore salvaguardia dell’ambiente, un blocco della speculazione edilizia e un’assemblea pubblica che possa chiarire al più presto alla popolazione i progetti che riguardano il futuro del territorio. La giunta comunale si è impegnata a darci una risposta entro breve. Aspettiamo fiduciosi.

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A volte ritornano

Sabato 22 settembre, verso le otto di sera, in via Milano, pieno centro di Busto Arsizio, Angioletto Castiglioni, 84 anni, partigiano, reduce dai campi di sterminio nazisti, cittadino benemerito da anni impegnato nella testimonianza della Resistenza e della deportazione, è stato aggredito e insultato da una ventina di naziskin, molti dei quali rasati e ornati di svastiche.

Solo due settimane fa la nostra provincia è stata protagonista della cronaca nazionale per le indagini di polizia che hanno portato alla scoperta di un movimento-partito neonazista con sede e organizzazione nel varesotto e contatti internazionali.

Il Circolo Culturale Anpi  di Ispra si unisce alle molte manifestazioni di solidarietà per  Angioletto Castiglioni e a quelle voci che hanno sottolineato la gravità dell’accaduto e la necessità di un maggiore impegno da  parte delle istituzioni, teso a salvaguardare e rafforzare l’antifascismo fondante la nostra repubblica.

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fra Dolcino

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Domenica 9 settembre abbiamo partecipato al bellissimo raduno montano, organizzato a Margosio nel biellese dal Centro Studi Dolciniani, per celebrare il settecentesimo anniversario del martirio di fra Dolcino, Margherita e della loro comunità libertaria. Continua a leggere

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Roma, attacco fascista.

Nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 giugno, a Villa Ada, classica cornice dell’estate musicale romana,  dopo la fine del concerto della Banda Bassotti, un nucleo non identificato di fascisti ha attaccato al grido di “viva il duce”, il pubblico che defluiva dal parco.

“In trenta armati di bastoni e coltelli, un’aggressione premeditata di stampo fascista, diversi i feriti tra il pubblico, il più grave, Marco Di Pillo, geologo di 40 anni residente a Roma, ferito da nove coltellate, e da due sprangate alla testa, è ora in ospedale con 20 giorni di prognosi; solo per un miracolo, dice un medico dell’ospedale, non ha avuto lesioni più gravi, uno dei colpi, alla scapola destra, è profondo sette centimetri, sarebbe bastato un centimetro di più per creare danni molto seri” (da La Repubblica, 30.06.07)

Riteniamo inaccettabile, vergognoso ed estremamente grave il fatto che nel nostro paese nell’anno 2007 si possano ancora verificare aggressioni violente e scriteriate, in nome di Benito Mussolini e del fascismo.

Allo stato attuale dei fatti, gli unici arrestati sono due ragazzi del pubblico che per difendersi hanno tirato dei sassi finendo per colpire un’auto dei carabinieri, accusati di “opporre resistenza”, saranno processati per direttissima il prossimo 6 luglio, nessuno degli aggressori è stato invece sino ad ora identificato.

Riteniamo quanto mai auspicabile che le istituzioni democratiche del nostro paese sappiano individuare e perseguire i responsabili, ideatori ed esecutori, con quella precisione e quella fermezza di cui in altri frangenti si dimostrano capaci.

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