Siamo tornati un’altra volta a Genova, decine e decine di migliaia di persone, dalla Lombardia alla Sicilia, per far sentire, forte, l’indignazione.
La giustizia del nostro paese ha chiesto in base al disposto dell’art.419 c.p. (devastazione e saccheggio), per 25 manifestanti, in totale 225 anni di carcere e 2 milioni e mezzo di euro di danni.
A proposito di questo reato si parla di mancanza di ordine pubblico e di compartecipazione morale ai fatti.
Il sistema di sviluppo imposto dalle maggiori potenze mondiali ha negli ultimi decenni trasformato definitivamente in abisso il divario tra mondo povero e mondo ricco e ha trasformato da eccezione a norma la precarizzazione delle vite e del lavoro nel secondo.
La contestazione del G8 di Genova del 2001, è stata un atto doveroso in seno ad una comunità di uomini che ancora vogliono potersi definire portatori di benché minima coscienza e integrità , questa si, morale.
Lo stato italiano ha risposto con una violenza intimidatoria, mortale e senza precedenti nel 2001, e oggi, a sei anni di distanza da quei tragici eventi vuole chiudere la partita addossando in capo ad un pugno di persone delle condanne esemplari.
Moralmente compartecipi, a Genova, nel 2001, lo eravamo tutti, 300.000.
Alcuna stampa punta il dito sul fatto che ci vorranno dei soldi per cancellare subito le scritte lasciate sui muri di Genova dalla manifestazione di sabato, invece il prezzo delle barbare politiche di conquista che l’Italia ha voluto così tenacemente difendere, lo pagano con la vita moltissime persone, ogni giorno.
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