sabato 30 aprile

Sempre nella discesa al lago Castelbarco al musical qui segnalato seguirà un concerto dell’Associazione Musica Musica Ispra.

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venerdì 29 aprile

ore 21.30 presentazione del libro
“Gli arditi del popolo – la prima lotta armata contro il fascismo 1921\22” con l’autore Andrea Satid

a seguire musica dal vivo con Alessio Lega

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venerdì 22 aprile

Inizia la rassegna Percorsi resistenti 2011 con un concerto di Andrea Buffa che presenterà il suo nuovo album “Il sogno di volare”.

Proprio alla canzone omonima che parla di morti sul lavoro e della condizione dei migranti in Italia si è ispirato Carlo Lucarelli che ha dato lo stesso titolo al suo nuovo libro.

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venerdì 15 aprile 2011

Venerdì sera alle 21.00 il professor Enzo Laforgia sarà da noi per una serata organizzata dal Comitato Provinciale di Varese dell’A.N.P.I.
Presenterà infatti la nuova edizione del libro “Varese Garibaldi ed Urban”
di Guseppe Della Valle edito da Arterigere Edizioni.
Il libro, originale dell’800 racconta la vicenda della battaglia garibaldina di Varese contro gli austriaci comandati dal generale Urban.
Per motivi organizzativi, la serata inizierà più presto del solito, chi fosse interessato è pregato di arrivare al circolo non oltre le nove.

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venerdì 25 marzo

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Giovedì 24 marzo

alle ore 21.30 proiezione di:
Why political liberty depends on software freedom more than ever
Eben Moglen

E’ il video di un discorso fatto da Eben Moglen, un avvocato sensibile alle liberta’ civili (gia’ avvocato della free software foundation e fondatore
della software freedom law center) all’incontro degli sviluppatori
europei di software libero.

Tra gli argomenti del talk: perche’ Facebook e’ un cattivo alleato delle rivoluzioni…

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Arturo e Guido sono liberi

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LIBERTA’ PER GUIDO E ARTURO

Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio un presidio di una quarantina di persone, nei pressi della stazione di Condove in Val di Susa, ha cercato di denunciare all’opinione pubblica il passaggio di un treno carico di scorie nucleari provenienti dalla centrale di Saluggia e dirette in Francia.

Poche persone, sole, nella notte, ad utilizzare i propri corpi come estremo mezzo per sensibilizzare la società civile sui rischi e danni all’ambiente, sulla pericolosità per gli abitanti che subiscono inconsapevolmente il passaggio di questi convogli.

Poche persone che ubbidivano disinteressatamente a doveri di solidarietà universale che dovrebbero riguardare tutti i cittadini; i danni ambientali, spesso irreparabili, che in Italia sono ormai tristemente ordinari, riguardano infatti tutta la popolazione presente e futura.

La polizia, dopo avere attaccato con violenza il presidio e malmenato i presenti, ha denunciato la maggior parte dei partecipanti e arrestato due di essi, Guido e Arturo, della redazione della rivista Nunatak rivista di storie culture e lotte della montagna.

Ad oggi sono ancora in carcere a Torino in attesa di riesame.

La stampa tace, questa notizia non risulta interessante ai media.
Ci chiediamo come mai non si parli di tali tematiche, come mai l’azione pacifica di un gruppo di persone tesa a sollevare una questione ambientale della massima importanza e gravità venga fatta passare nel silenzio assoluto.

Siamo convinti che moltissimi cittadini, se informati, chiederebbero spiegazioni ed esprimerebbero solidarietà a Guido e Arturo, che ad oggi stanno pagando per avere preteso il bene di tutti noi.

Crediamo sia un dovere di tutti, quello di diffondere quanto accaduto in Val di Susa, sia come gesto di solidarietà con Guido e Arturo, sia per ampliare il fronte di tutti quelli che ancora oggi lottano per il bene comune.

Ora e sempre resistenza

Circolo Culturale ANPI Ispra

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Le altre donne – messaggio di Concita De Gregorio

Le altre donne

Esistono anche altre donne.
Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».

Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto.
È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità.
E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale.
E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità.
L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente.
E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.

Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga.
Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza.

È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo.
Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete.
Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete?
Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda?
Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.
La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli.

Il problema non è lui, siete voi.

Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi.

E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.

Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? – per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.
Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato.

Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari».
Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti?
Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.

18 gennaio 2011

Concita De Gregorio

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Giornata della solidarietà in Grecia

Martedi 25 gennaio, l’edificio storico della facoltà di Giurisprudenza di Atene -che al momento non viene utilizzato- è diventato sede di una protesta giusta e democratica; un posto dove già nel passato si sono svolte numerose assemblee e manifestazioni sociali e che, in questi giorni, ha avuto l’opportunità di ospitare la “lotta” dei 250 sui 300 lavoratori migranti, che stanno combattendo ad Atene ed a Salonicco per la regolarizzazione di tutti e di tutte le migranti. Una lotta per ottenere l’uguaglianza di tutti i diritti politici e sociali, la parità di trattamento tra lavoratori stranieri e greci, una lotta di uomini che non vogliono più essere invisibili.

Fin dall’inizio, il governo e le parti politiche, facilitati dai mass media, hanno fatto pressione sullo sciopero della fame dei migranti, dichiarando la loro protesta come un atto illegale; in questo modo hanno fatto apparire legittima, alla società, la violazione dell’asilo accademico e l’evacuazione forzata dell’edificio.
Nel pomeriggio di giovedi 27 gennaio, la polizia ha interotto il traffico nel centro di Atene, circondando la facoltà di Giurisprudenza e creando l’immagine di una città occupata. Alla moltitudine di persone, accorsa in segno di solidarietà, è stato proibito l’accesso all’area circondata dalla polizia e, a seguito di questo, una manifestazione di protesta è sorta spontaneamente. Dalle 18:00 di quel pomeriggio fino alle 05:00 del mattino seguente, i migranti che stavano attuando lo sciopero della fame sono stati minacciati e costretti ad evacuare l’edificio. Durante questa lunga notte, i migranti che facevano lo sciopero della fame, insieme agli altri manifestanti, si sono spostati

in un altro edificio centrale di Atene, e hanno organizzato un’ulteriore dimostrazione di protesta verso le 04:00 del mattino.

Purtroppo però, l’edificio privato, non avendo lo spazio necessario per accoglierli tutti e non avendo servizi igienici adeguati, ha finito per essere una sorta di campo profughi, costringendo molti dei migranti a dormire nelle tende nel cortile, al freddo e al gelo.
Il governo ed i mass media non hanno fatto altro che presentare la lotta dei migranti come provocata intenzionalmente, solo per creare “instabilità sociale” nel paese.
Uno dei manifestanti risponde così alle domande dei giornalisti: “la cosa più frustrante di tutta la situazione è che loro (il governo ed i mass media) non capiscono che il bisogno che ci spinge qui è così grande che non abbiamo bisogno di pubblicità, ma di essere supportati e aiutati”.

In questo clima di terrore e repressione, cinque compagni del’Assemblea di Solidarietà sono stati chiamati dagli avvocati dello Stato e sono stati sospettati di aver commesso il crimine di “trafficking” (favoreggiamento dell’immigrazione clandestina). Allo stesso tempo, il ministero dell’interno ha negato la possibilità di legalizzarli ed ha abrogato il decreto grazie al quale 15 migranti sono riusciti a legalizzare la loro condizione, dopo uno sciopero della fame avvenuto nel 2009. Oltre a tutto questo, il ministro ha obbligato tutte le communità di immigrati in Grecia, legali e non, a non far partecipare i propri membri a manifestazioni o eventi che potrebbero arrecare danno alla comunità ed essere pericolosi.

Noi, la gente che dimostra tutti i giorni solidarietà alla protesta giusta dei migranti, dichiariamo la nostra approvazione insieme ai 5 compagni ed in più, dichiariamo di essere trafficanti di dignità e di solidarietà.
Sotto un clima di repressione e di politica anti-immigrazione in Grecia e in tutta l’Europa, c’è bisogno che noi agiamo per creare una rottura simbolica nel sistema per ottenere finalmente vittorie politiche.
E’ più urgente che mai ottenere il giusto sostegno alla lotta dei 300 scioperanti della fame ed avere in tutto il mondo persone che sostengono la loro causa.

Abbiamo scelto un giorno di azione comune, l’ 11 febbraio, un giorno in cui avranno luogo numerosi atti di solidarietà in tutta la Grecia. Rivolgiamo l’appello a tutte le associazioni, le unioni e i gruppi, le organizzazioni politiche e ad ognuno di voi che voglia protestare dimostrando solidarietà alla situazione critica dei migranti.
Solidarietà ai 300 lavoratori immigrati che ancora stanno facendo lo sciopero della fame.
Esigiamo la legalizzazione di tutti i migranti, senza condizioni.

Sosteniamo le richieste degli immigrati per diritti politici e sociali uguali, parità tra lavoratori stranieri e greci.

NESSUNO E’ ILLEGALE

Assemblea di Solidarietà ai Migranti Scioperanti della Fame.

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